Sei sicuro che la testata del tuo letto tenda verso il punto cardinale più adatto al tuo riposo? L’orientamento del tuo corpo di notte è davvero in grado di intercettare le energie positive di cui hai bisogno? A queste e molte altre domande risponde il Feng Shui. Derivata dai principi taoisti dello “yin” e dello “yang” (con la compresenza del “ch’i”, elemento equilibratore dei primi due), la disciplina del Feng Shui è parte dell’antichissima tradizione divinatoria cinese ed è oggi considerata ausiliaria all’architettura e all’interior design. Essa fornisce, infatti, alcuni criteri “energetici” sui quali basare la costruzione e l’arredamento delle abitazioni.

Senza addentrarci nello specifico dell’intera disciplina, che per la sua complessità può essere comparata ad una vera e propria filosofia, possiamo però considerare i principi base che ne regolano la pratica.

Secondo il Feng Shui, i 5 punti cardinali (nella tradizione cinese si aggiunge, infatti, ai 4 già comunemente utilizzati, anche il centro) corrispondono ad altrettanti elementi: a sud si trova il fuoco anche sinonimo dello Yang, dell’aria e dell’energia calda, luminosa e maschile; a nord si trova lo Yin che corrisponde all’acqua, alla salute, alla famiglia e all’energia femminile; l’ovest è la posizione dei metalli e dunque le attività finanziarie e gli investimenti; ad est troviamo il legno anche collegabile a viaggi, invenzioni e commercio; al centro, infine, c’è l’elemento terra, quello che mette in equilibrio tutti gli altri. Poiché durante il sonno abbiamo la necessità di recuperare le nostre energie Yin, riconnetterci con le nostre origini e spingerci ad un più ampio livello di interiorità, il sonno con la testa a nord sembra essere il più riposante di tutti: si tratta, infatti, dell’orientamento più frequentemente consigliato.

Anche la scienza sostiene questa teoria. Sebbene l’efficacia dei principi di una disciplina come il Feng Shui non sia mai stata dimostrata, uno studio americano degli anni ’70 ha provato che dormire con la testa a nord aumenta, anche se in maniera lievissima, la durata della fase rem del sonno, ossia quella più profonda, come se il nostro cervello avesse delle cellule funzionanti da magnetorecettori che reagiscono ai punti cardinali. L’idea, quindi, che la posizione in cui dormiamo ed in cui orientiamo la camera o il letto, influenzino il sonno e la capacità di rigenerarci durante la notte potrebbe non essere del tutto peregrina.

D’altra parte ci sono cose che la scienza non può dimostrare a partire dalle nostre emozioni, dalle sensazioni e dai sentimenti che invece, l’antica saggezza di tutto il mondo sembra essere riuscita, se non altro, a comprendere.